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Borse, l'Europa fa un falò di 230 miliardi di capitalizzazione
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Borse, l'Europa fa un falò di 230 miliardi di capitalizzazione
In mattinata perdite fino al 10%, poi dimezzate in chiusura. Si susseguono le notizie negative per l'economia reale. L'Ocse: "La ripresa sarà più lenta del solito"
Borse, l'Europa fa un falò
di 230 miliardi di capitalizzazione
Il Mibtel chiude a -4,96%, malissimo i titoli dell'auto e le banche, come del resto su tutte le altre piazze
di VITTORIA PULEDDA
MILANO - Una giornata di ordinaria follia, di fortune bruciate nel falò di vendite probabilmente alimentate dagli hedge fund, di ondate di panico che hanno portato Tokio a chiudere in calo del 9,6% e a scendere al di sotto di quota 8000 punti, ai minimi dal 2003, mentre l'Europa ha complessivamente perso 230 miliardi di capitalizzazione, riuscendo comunque quasi a dimezzare le perdite in chiusura (-4,96% Piazza Affari, -5% Londra, -3,5% Parigi e -5,4% Francoforte).
Ormai niente sembra poter regalare una seduta tranquilla di Borsa, ma oggi si è sfiorata la tempesta perfetta: con gli indici in Europa in forte calo fin dalle prime battute e poi a picco, fino al 10%, mentre lo spettro del terribile anniversario del 24 ottobre del 1929, inizio a Wall Street della Grande Depressione, faceva temere il peggio. Confermato, come se non bastasse, dalla sospensione per eccesso di ribasso dei future su Wall Street, che alle 14 ora europea segnavano meno 6% e oltre (perdite poi confermate in apertura dal Dow Jones).
Sul Vecchio continente si erano già abbattuti i dati macroeconomici negativi: dal calo dell'indice manifatturiero nell'eurozona, ancora in discesa da cinque mesi consecutivi e ormai vicino ai minimi del '90 (mentre in Francia ha già toccato il valore più basso di sempre), al Pil in Gran Bretagna, che nel terzo trimestre ha segnato meno 0,5%; non è tecnicamente recessione (ce ne vogliono due consecutivi) ma orami la domanda non è se ci sarà ma quanto sarà dura la recessione. Confermata, del resto, anche dall'Ocse, che ha di nuovo sancito l'entrata nel tunnel per molti paesi dell'area e "una ripresa che sarà più lenta di quanto è avvenuto negli ultimi anni".
Il clima è talmente cupo e pesante che i corposi tagli alla produzione di petrolio, decisi oggi dall'Opec (meno 1,5 milioni di barili al giorno) hanno avuto nell'immediato l'effetto di far scendere il greggio della qualità Brent ad un passo dai 60 dollari, in calo di cinque punti rispetto a ieri. Non potrebbe esserci cartina migliore di tornasole del clima funereo che si respira sui mercati.
Mosca è tornata a chiudere la Borsa, mentre dall'Asia Silvio Berlusconi ha annunciato "misure e regole per il mercato delle Borse", che proporrà al G20 di metà novembre e che non ha voluto annunciare più in dettaglio, anche se ha ribadito che le vendite di oggi "sono speculazione, non paura". Nell'attesa, complici anche profit warning e blocchi alla produzione, sono crollati i titoli automobilistici (Renault -12,5%, Volkswagen -8,4%, Daimler - 6,8%, Fiat - 8,71%); malissimo anche le banche, da Intesa (-10,8%) a Unicredit (-8,19%) mentre Santander, Fortis e Bbva si sono tenuti tra il -10 e il -8,6%. Meglio Wall Street, dove a metà giornata americana l'indice industriale perdeva circa il 4%.
(24 ottobre 2008)
http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/economia/borse-9/ott-24/ott-24.html
Borse, l'Europa fa un falò
di 230 miliardi di capitalizzazione
Il Mibtel chiude a -4,96%, malissimo i titoli dell'auto e le banche, come del resto su tutte le altre piazze
di VITTORIA PULEDDA
MILANO - Una giornata di ordinaria follia, di fortune bruciate nel falò di vendite probabilmente alimentate dagli hedge fund, di ondate di panico che hanno portato Tokio a chiudere in calo del 9,6% e a scendere al di sotto di quota 8000 punti, ai minimi dal 2003, mentre l'Europa ha complessivamente perso 230 miliardi di capitalizzazione, riuscendo comunque quasi a dimezzare le perdite in chiusura (-4,96% Piazza Affari, -5% Londra, -3,5% Parigi e -5,4% Francoforte).
Ormai niente sembra poter regalare una seduta tranquilla di Borsa, ma oggi si è sfiorata la tempesta perfetta: con gli indici in Europa in forte calo fin dalle prime battute e poi a picco, fino al 10%, mentre lo spettro del terribile anniversario del 24 ottobre del 1929, inizio a Wall Street della Grande Depressione, faceva temere il peggio. Confermato, come se non bastasse, dalla sospensione per eccesso di ribasso dei future su Wall Street, che alle 14 ora europea segnavano meno 6% e oltre (perdite poi confermate in apertura dal Dow Jones).
Sul Vecchio continente si erano già abbattuti i dati macroeconomici negativi: dal calo dell'indice manifatturiero nell'eurozona, ancora in discesa da cinque mesi consecutivi e ormai vicino ai minimi del '90 (mentre in Francia ha già toccato il valore più basso di sempre), al Pil in Gran Bretagna, che nel terzo trimestre ha segnato meno 0,5%; non è tecnicamente recessione (ce ne vogliono due consecutivi) ma orami la domanda non è se ci sarà ma quanto sarà dura la recessione. Confermata, del resto, anche dall'Ocse, che ha di nuovo sancito l'entrata nel tunnel per molti paesi dell'area e "una ripresa che sarà più lenta di quanto è avvenuto negli ultimi anni".
Il clima è talmente cupo e pesante che i corposi tagli alla produzione di petrolio, decisi oggi dall'Opec (meno 1,5 milioni di barili al giorno) hanno avuto nell'immediato l'effetto di far scendere il greggio della qualità Brent ad un passo dai 60 dollari, in calo di cinque punti rispetto a ieri. Non potrebbe esserci cartina migliore di tornasole del clima funereo che si respira sui mercati.
Mosca è tornata a chiudere la Borsa, mentre dall'Asia Silvio Berlusconi ha annunciato "misure e regole per il mercato delle Borse", che proporrà al G20 di metà novembre e che non ha voluto annunciare più in dettaglio, anche se ha ribadito che le vendite di oggi "sono speculazione, non paura". Nell'attesa, complici anche profit warning e blocchi alla produzione, sono crollati i titoli automobilistici (Renault -12,5%, Volkswagen -8,4%, Daimler - 6,8%, Fiat - 8,71%); malissimo anche le banche, da Intesa (-10,8%) a Unicredit (-8,19%) mentre Santander, Fortis e Bbva si sono tenuti tra il -10 e il -8,6%. Meglio Wall Street, dove a metà giornata americana l'indice industriale perdeva circa il 4%.
(24 ottobre 2008)
http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/economia/borse-9/ott-24/ott-24.html
Silvietta- Numero di messaggi : 122
Età : 33
Data d'iscrizione : 10.10.08
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